mercoledì 15 giugno 2011

Storie di Alberi: il Castagno dei Cento Cavalli

E verso il termine di questo incanto di viaggio si sbocca in faccia al mare, donde si vede ancora disegnarsi lassù, sopra il candore delle nevi etnee, quanto resta dello smisurato Castagno dei Cento Cavalli, e dall’altra parte la bellezza sovrana di Taormina, quasi sospesa nell’azzurro…(Edmondo de Amicis).

Sant'Alfio (CT)  Castagno dei Cento Cavalli


Così l’autore di Cuore ricorda questo meraviglioso patriarca della Natura che vive ancora, in discreto stato di salute nonostante la veneranda età, in Sicilia, sulle pendici orientali dell’Etna, poco distante dal paesino di Sant’Alfio (Catania), nel Bosco di Carpinetto, ad una altitudine di circa 550 mslm.

Il Castagno in questione è considerato l’albero con maggiore circonferenza del tronco di tutta Italia, uno degli alberi più vecchi d’Europa, ed il castagno più antico della terra. Di sicuro è la pianta italiana più conosciuta a livello internazionale (insieme, forse, ai Larici della Val d’Ultimo), anche grazie ai racconti, dipinti e stampe prodotte dai numerosi viaggiatori ed artisti stranieri che ebbero modo di visitarlo, in particolare durante il XVIII° ed il XIX° secolo.
Narra una leggenda popolare che un violento temporale sorprese una Regina del Regno di Napoli, e la sua scorta di oltre cento cavalieri, durante un viaggio sull’Etna; tutta la comitiva trovò riparo e trascorse la notte sotto la chioma dell’albero, che da allora venne conosciuto come Castagno dei Cento Cavalli. La Regina è stata negli anni identificata con diversi personaggi storici: Isabella d’Inghilterra, Giovanna I d’Angiò, Giovanna II d’Angiò, Giovanna d’Aragona, tutte consorti di Re di Napoli, vissute a partire dal 1200 fino al 1450. In realtà non esiste alcun documento che certifichi l’evento. Il nome dato all’albero è comunque una interessante testimonianaza dell’antica usanza di definire la grandezza di una pianta dal numero di animali che poteva ospitare sotto la propria chioma, e di attribuirle talora un nome che ne ricordasse tale capacità.



Le prime notizie storiche relative alla pianta risalgono al 1500, laddove si trova citata in alcune opere locali, descritta come un maestoso castagno per l’età, capace di ospitare trenta cavalli (don Pietro Carrera), o come un albero che in meraviglia avanza le piante lodate da Plinio, ed il suo gran tronco cavato dalla Natura dona albergo a pecore, a capre, a pastori, a lavoratori del monte. E talora si è veduta mandria di trecento pecore sotto di esso. (Antonio Filoteo).
Le prime misurazioni abbastanza attendibili delle sue dimensioni risalgono al 1770, ad opera di Patrick Brydone, che misurò una circonferenza di 62 metri ed un diametro di 20 metri; dieci anni dopo il Conte di Borch misurò invece una circonferenza di 57 metri. Ora, sebbene la tradizione voglia che il Castagno fosse un tempo un unico albero, in effetti le sue prime descrizioni parlano di 5 distinti alberi che diversi studiosi dell’epoca, e successivi, fanno derivare da un unico apparato radicale. Tecnicamente si può parlare di polloni (indivui generati agamicamente da una gemma dormiente della ceppaia), derivanti dalla stessa ceppaia. Le misure sopra riportate si riferiscono quindi all’intera area occupata dai cinque polloni.

Jean Pierre Houël   1777 circa

Nel 1700 all’interno dell’albero trovava posto una casa in cui abitava una famiglia, come testimoniato dal dipinto di Jean Pierre Houël, ed un metato per seccare le castagne, che pare fossero molto pregiate, e la cui produzione è lecito pensare che fosse ragguardevole.
Nel 1745 il Tribunale dell’Ordine del Real Patrimonio di Sicilia pone sotto tutela il Castagno dei Cento Cavalli, emanando un provvedimento che rappresenta probabilmente il primo atto di tutela ambientale in Sicilia. Nel 1965 il terreno su cui sorge viene infine espropriato ed il Castagno è dichiarato monumento nazionale.

Attualmente, il Castagno dei Cento Cavalli è costituito da tre polloni, gli altri due essendo stati distrutti dal fuoco, uno nel 1923, e l’altro recentemente, ad opera di turisti incauti, cosa che ha imposto la recinzione completa dell'albero. I tre polloni hanno una circonferenza rispettiva di 13, 20 e 21 metri, che ne fanno veramente dei campioni del mondo vegetale. L’altezza massima è di 22 metri, la circonferenza dell’area occupata dalle tre piante è di 55 metri. In quanto all’età, gli si attribuiscono allegramente dai duemila ai quattromila anni: nell’impossibilità di una determinazione certa, questi valori ne vanno comunque ad accrescere il fascino. 

Arrusbigghiasonnu   Castagno di Sant'Agata, o della Nave
 
A poche centinaia di metri dal precedente, vive un altro imponente castagno millenario, conosciuto come Castagno della Nave, ma anche come Castagno di Sant’Agata, o con il curioso nome di Arrusbigghiasonnu (risveglia sonno). Il suo tronco ha una circonferenza di circa 20 metri ed un altezza di 19; è considerato il secondo castagno italiano per grandezza ed età, ed uno dei più grandi d’Europa.  

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